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Dai culti solari al Natale cristiano

by Antonella Bazzoli
26/11/2025
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Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre i cristiani celebrano il Natale di Gesù. Tuttavia la datazione è puramente simbolica, poiché sappiamo che Gesù non nacque a fine dicembre, nella fredda stagione invernale, ma più verosimilmente venne alla luce in primavera o in autunno. Come vedremo tra poco anche l’anno di nascita di Gesù non è esatto. Gli storici hanno infatti appurato che egli sarebbe nato a Bethlemme alcuni anni prima dell’anno 1 della nostra era. Sembra un gioco di parole, ma non lo è. 

tavola con scene della natività, museo di Barcellona

Vediamo di capire meglio.
Nessun documento storico a nostra disposizione permette di stabilire l’anno esatto in cui Gesù venne al mondo. La datazione del Natale cristiano fu introdotta per la prima volta dal monaco Beda il Venerabile nel 725 d.C.  Fu quindi solo a partire dall’VIII secolo che l’anno di nascita di Cristo cominciò ad essere utilizzato come  riferimento cronologico per la misurazione temporale della storia.
Per fissare l’inizio dell’era cristiana Beda utilizzò un calcolo, fatto già due secoli prima da un sapiente monaco, Dionigi il Piccolo,  il quale fece corrispondere l’anno 1 dell’era cristiana al 753 dalla fondazione di Roma.  
Il calcolo di Dionigi il Piccolo, in seguito utilizzato da Beda il Venerabile come nuovo sistema cronologico della storia, è ancora oggi adottato in molti paesi del mondo.
Ma a quanto pare quel calcolo matematico è errato. Sappiamo per certo che il re Erode il Grande morì 750 anni dopo la fondazione di Roma, datazione antica che per il calendario cristiano corrisponde al 4 a.C.
Tuttavia, secondo i vangeli,  Erode era ancora in vita quando nacque Gesù, e l’evangelista Matteo racconta infatti che un angelo mise in guardia Giuseppe, avvertendolo che Erode voleva uccidere il neonato, avendo saputo dai Magi della nascita del futuro re di Giudea.
Da ciò si deduce che il bambino poteva avere circa un anno nel 4 a.C. o al massimo due, quando Erode ordinò la cosiddetta “strage degli innocenti”. L’episodio si trova spesso affrescato nei cicli pittorici che parlano dell’infanzia di Cristo, insieme a quello della “fuga in Egitto”, come ad esempio ad Assisi, dove le due scene contigue furono affrescate nel transetto della chiesa inferiore. Giuseppe e Maria partirono e si rifugiarono in Egitto con il neonato per sfuggire alla strage ordinata dal re di Giudea (Matteo, 2, 13-16). L‘evangelista riferisce che Erode ordinò il massacro di tutti i neonati maschi sotto i due anni d’età, una strage il cui obiettivo era eliminare Gesù.
Dunque l’ipotesi più verosimile è che Gesù sia nato  tra il 5 ed il 6 a.C. Un’ulteriore conferma in tal senso viene dall’evangelista Luca che così scrive a proposito del Natale: “In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse un censimento di tutta la terra. Questo primo censimento avvenne quando era governatore della Siria Quirinio” (Luca 2, 1-2).
Il riferimento è al personaggio storico Sulpicio Quirinio che fu effettivamente governatore di Siria  intorno al 4 a.C.   Che sia  realmente esistito lo sappiamo anche grazie a Flavio Giuseppe che lo cita nella sua opera La guerra giudaica (II, 17,8).

Dettaglio della Natività di Gesù, affrescato nell’abside della cattedrale di Spoleto

Ma se è molto probabile che la nascita di Gesù ebbe avuto luogo tra il 6 e il 5 a.C., più difficile è determinare il giorno e il mese esatti in cui venne alla luce.
Su questo neanche i vangeli forniscono informazioni, fatta eccezione per Luca che ci dà un’utile seppur generica indicazione. Egli scrive infatti: “C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge” (Luca, 2, 8). Dunque Gesù non nacque d’inverno, poiché è inverosimile che i pastori abbiano vegliato il gregge dormendo all’aperto nella fredda notte del 24 dicembre. Più credibile è che sia venuto alla luce tra la primavera e l’autunno, stagioni più miti in cui i pastori in Palestina conducevano al pascolo le greggi vegliandole di notte all’aperto.

Roma, Musei Vaticani. Rilievo con Mitra e il toro

Quanto all’istituzione del Natale come festività liturgica del calendario cristiano, sappiamo che essa risale al terzo secolo, e sappiamo anche che i primi vescovi celebravano l’evento della nascita del Messia in date diverse in Oriente e in Occidente: a Roma il Natale fu fissato al 25 dicembre, mentre in Oriente si celebrava il 6  gennaio. Fu papa Giulio I, nell’anno 337, a stabilire un’unica datazione per tutti i Cristiani: il 25 dicembre.
La Chiesa scelse questa data per il Natale poiché essa coincide astronomicamente con la fine del solstizio invernale nel calendario solare. Far coincidere la festa della natività di Gesù con il solstizio d’inverno permise indubbiamente al cristianesimo di diffondersi e attecchire meglio, poiché nel mondo precristiano era già in uso la consuetudine di celebrare il Natale del Sole. Molti popoli del Mediterraneo erano soliti adorare il dio Sole fin dalle epoche più remote, pensiamo all’ egizio Rah e al dio solare Horus, ad  esempio.

Resti dell’altare nel mitreo di Pulci

Un’antica tradizione religiosa originaria della Siria, introdotta ufficialmente a Roma nel 274 d.C. dall’imperatore Aureliano, prevedeva che il 25 dicembre si celebrasse il Dies Natalis Solis Invicti, ovvero il giorno di nascita del Sole invincibile  per venerare l’astro luminoso che torna a trionfare sulle tenebre. Dopo essere entrato vittoriosamente nella città di Emesa, Aureliano decise infatti di istituire il culto solare anche a Roma costruendo un tempio dedicato al dio solare a spese dello stato. L’imperatore creò persino un collegio sacerdotale i cui membri ricoprivano la carica di pontifex solis inviati . Egli volle addirittura identificarsi con la divinità solare, cingendosi il capo con una corona radiata, come si può ancora vedere nelle monete romane che raffigurano Aureliano.

Da allora la festa del solstizio d’inverno cominciò ad essere celebrata a Roma con giochi e cerimonie che prevedevano anche corse dei carri per tre giorni consecutivi.
La chiesa dei primi secoli, impegnata ad affermare e a diffondere il nuovo credo cristiano, scelse quindi opportunisticamente di fissare la nascita di Gesù al 25 dicembre. Assimilando e facendo propria la preesistente tradizione festiva religiosa, il cristianesimo riuscì  ad attecchire e a diffondersi più rapidamente tra popoli abituati ad adorare durante il solstizio invernale il Sole invincibile.
Si trattò di una scelta che avrebbe trasformato la nuova solennità cristiana nella popolarissima festa che ancora oggi si celebra con partecipazione e solennità in gran parte del pianeta. Accanto al culto del Sole Invicto, anticamente vi erano anche altre tradizioni religiose legate ai culti solari, ugualmente celebrate durante il solstizio invernale. Pensiamo al culto mitraico, diffusissimo nell’antica Roma, specie in ambiente militare.
Molto sentita era anche l’antica religione egizia che celebrava pure durante il solstizio la nascita del dio bambino Horus dalla dea madre Iside e dal dio padre Osiride .

A proposito del cristianesimo come culto solare è interessante notare che i primi cristiani, proprio come molti altri popoli del mediterraneo, pregavano rivolti al Sole che sorgeva ad Oriente.
Ce lo conferma Tertulliano che così scrive nel 197 d.C.: “Altri, indubbiamente ci considerano con più umanità e oggettività, quando credono che sia il sole il nostro dio. Chissà, forse ci prendono per Persiani, sebbene noi non adoriamo nessun sole dipinto su una stoffa, poiché il sole ce l’abbiamo ovunque nel suo disco a forma di scudo. Forse dicono questo perchè è noto che preghiamo rivolti verso la regione d’oriente. Ma anche molti di voi, con la preoccupazione di adorare qualche volta anche i corpi celesti, muovete le labbra al sorgere del sole. Se poi nel giorno del sole ci concediamo come gli altri alla gioia, è per un motivo assai diverso da quello di chi pratica il culto del sole, e veniamo comunque dopo quelli che dedicano il giorno di Saturno all’ozio e alla tavola, differenziandosi anch’essi dal costume giudaico, che neanche conoscono” (Apologeticum 16, 8 – 10).
Dunque i primi cristiani pregavano rivolti ad est verso il sole nascente , proprio come gli altri popoli mediterranei adoratori della divinità solare.
Il primo  giorno dopo il sabato, giorno della resurrezione di Cristo, (ovvero l’ottavo giorno, il dies octavus) divenne così  il giorno del Sole, Sunday, la Domenica cristiana, e cominció ad essere celebrato  in un clima di festa e  gioia condivisa, seguendo una tradizione mediterranea molto arcaica, che risale ai popoli piu antichi del nostro mare mediterraneo.

Antonella Bazzoli – Dicembre 2010,  aggiornato il 20 dicembre 2023

 

Tags: calendariculti solaridicembremitraismoNataleSole Invictosolstizio d'inverno
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