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Il falso storico alle origini dell’8 marzo

by Antonella Bazzoli
06/04/2023
in Blow up
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Home News Blow up

Spesso mi sono chiesta perchè la “festa delle donne” venga celebrata l’8 marzo. Cercando di ricostruire l’origine di questa festa, mi sono imbattuta in una serie di siti che collegano la ricorrenza ad un tragico rogo scoppiato in una filanda di New York: centoventotto operaie in sciopero sarebbero rimaste intrappolate nello stabilimento dove il proprietario le avrebbe rinchiuse, e che poi sarebbero morte in un incendio doloso che secondo alcune fonti sarebbe avvenuto nel 1857, mentre secondo altre nel 1908.
Il condizionale è d’obbligo perchè analizzando tali fonti ho notato che sono per lo più contradditorie e confuse, e mi sono resa conto che non solo non esiste alcun documento storico che riporti la notizia del rogo, ma che non esiste neanche la prova che uno sciopero sia avvenuto in quegli anni nella città di New York.
L’intera vicenda della tragica morte delle operaie americane sarebbe dunque un falso storico? Ma perché mai qualcuno avrebbe dovuto inventare e diffondere nel mondo una simile bugia? Forse la fake new del rogo nella fabbrica fu creata per nascondere le vere radici storiche della festa dell’ 8 marzo?
Per provare a rispondere a tali domande occorre ricostruire i fatti realmente avvenuti, ma basandoci su documenti storici e fonti verificabili, e non sul “sentito dire”.
Approfondendo la ricerca si scopre che le prime manifestazioni e celebrazioni dedicate alle donne e ai loro diritti non avrebbero avuto luogo nella “democratica” America, ma nella vecchia Europa dell’inizio del secolo scorso.
La vera origine della “festa delle donne” andrebbe infatti ricercata nell’ambito del Movimento Internazionale delle Donne Socialiste ,che si riunì a Copenhagen nel 1910 per la Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste .
In occasione di quell’ importante evento, ospitato nel Nord Europa, fu l’ amica e confidente di Rosa Luxembourg, Clara Zetkin, a proporre per la prima volta una mozione che istituisse la Giornata Internazionale per la Rivendicazione dei Diritti delle Donne.
La mozione della Zetkin ebbe immediatamente ripercussioni in vari paesi: il 18 marzo del 1910 fu celebrata in Francia la prima Giornata delle Donne, e l’anno seguente la stessa festa ebbe luogo il 19 marzo in Germania. In Russia, invece, la manifestazione per i diritti delle donne si tenne solo tre anni dopo: il 3 marzo del 1913.
Queste prime iniziative volte a rivendicare i diritti delle donne furono tuttavia interrotte dall’improvviso scoppio della prima guerra mondiale.

Clara Zetkin e Rosa Luxemburg

Per far sentire la propria voce e tornare a parlare dei propri diritti, le donne socialiste dovettero aspettare il 23 febbraio del 1917, giorno in cui protestarono nuovamente, incontrandosi a San Pietroburgo, dove guidarono una grande manifestazione nell’ambito della rivoluzione russa di febbraio, che avrebbe portato al crollo dello zarismo.
Curioso che la manifestazione di San Pietroburgo abbia avuto luogo il 23 febbraio, data che nel nostro calendario corrisponde all’8 di marzo!
Tenendo conto che il calendario giuliano (all’epoca ancora in vigore in Russia) portava tredici giorni di ritardo rispetto al nuovo calendario  gregoriano, si scopre che le due date del 23 febbraio e dell’8 marzo coincidono esattamente.
La celebrazione della Giornata Internazionale della Donna fu in seguito fissata definitivamente all’8 di marzo, nell’ambito della Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste che ebbe luogo a Mosca il 14 giugno 1921.
La data dell’8 marzo non fu dunque scelta a caso, ma con l’intenzione di commemorare una storica rivolta femminile: quella del 23 febbraio 1917 a San Pietroburgo. Venne in tal modo individuato e fissato un anniversario comune che avrebbe consentito di celebrare contestualmente, in tutti i paesi, la festa internazionale per la rivendicazione dei diritti delle donne.
Le successive vicende della seconda guerra mondiale, ma forse ancor di più quelle che seguirono durante gli anni della “guerra fredda”, contribuirono alla progressiva perdita di memoria delle vere radici storiche della festa dell’8 marzo.
Quando si perde la memoria di un evento o di un personaggio storico, è sempre bene chiedersi se ciò sia dovuto a una damnatio memoriae messa in atto per ragioni di opportunismo ideologico e politico.
In questo caso credo che non si possa escludere che la connotazione fortemente politica della manifestazione di San Pietroburgo sia all’origine della successiva mistificazione dei fatti, attraverso l’invenzione di fake news.
Il racconto dello sciopero e del falso incendio doloso in una filanda di New York, con tutta la retorica che ne seguì, potrebbe dunque rappresentare un’invenzione studiata a tavolino, creata allo scopo di far dimenticare la vera origine della festa per i diritti delle donne. In altre parole l’invenzione del rogo di New York sembrerebbe il tentativo di far dimenticare che le prime lotte e le prime voci femminili non si fecero sentire nella democratica e libera America, ma nella vecchia Europa e nell’allora nascente Russia socialista.

Di Antonella Bazzoli – 6 marzo 2011, aggiornato 1 marzo 2023

Per approfondimenti:
“Der 8 Marz und seine Geschichten” articolo di Natascha Vittorelli in Online-Zeitung der Universität Wien
http://www.dieuniversitaet-online.at/dossiers/beitrag/news/internationaler-frauentag-2005-1-der-8-marz-und-seine-geschichten/79.htm

Tags: Clara ZetkinCopenaghenfesta delle donneRosa LuxemburgSan Pietroburgo
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Antonella Bazzoli

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